I piloti go-kart di oggi hanno un vantaggio rispetto a quelli che, in passato, calcavano le piste sognando di tagliare per primi il traguardo. Molte piste oggi sono indoor, e quindi la possibilità di praticare questo sport durante tutto l’anno dà l’opportunità di capire come ci si sente al voltante sin da piccolissimi. Inoltre, il go-kart è tra le migliori attività che si possono svolgere insieme alle famiglie. Incide positivamente in termini di sviluppo delle relazioni umane e, fattore chiaramente non trascurabile, alla crescita psico fisica. Tra i vantaggi più evidenti, la coordinazione occhio-mano, l’aumento dei tempi di reazione, l’apprendimento del controllo di un veicolo in velocità. Questi fattori hanno influito sul destino e le scelte di driver che, dal karting sono volati verso circuiti più prestigiosi. Diventando, in alcuni casi, celebri piloti di Formula 1 grazie a tanto allenamento, talento, passione.
Piloti go kart del terzo millennio: Lewis Hamilton
Ogni pilota ha avuto il proprio percorso dalla pista di karting al circuito di F1. Lewis Hamilton, oggi tra i più noti piloti di formula 1 al mondo, è stato uno dei piloti go-kart più promettenti. A otto anni – l’età minima per accedere alle competizioni – anche per sfuggire al bullismo, il pilota inglese ha cominciato il suo percorso nel karting. Cinque anni dopo, sulla scia dei tanti campionati karting vinti, Hamilton trova chi crede in lui. Ron Dennis, amministratore delegato Mclaren, decide di investire sulla sua formazione, spalancandogli le porte verso il successo. La svolta arriva nel 2007, quando tiene testa e supera spesso il compagno di team Fernando Alonso. Hamilton sale sul podio una dozzina di volte, vincendo quattro gare tanto da restare in testa alla classifica per cinque mesi. Sfiora la vittoria del campionato, ma alla fine della stagione arriva secondo – causa problemi nell’ultima gara in Brasile – dietro al pilota finlandese Kimi Raikkonen.
Michael Schumacher, una famiglia di predestinati
Il go-kart ha fatto parte della vita di Michael Schumacher fin dalla più tenera età: suo padre, Rolf Schumacher, gli costruì un kart a soli quattro anni. Appassionato di ingegneria, Rolf modificò il kart a pedali del figlio con un motore da moto. A 6 anni, divenne il più giovane pilota go-kart a far parte del karting club di Kerpen-Horrem, tanto da vincere il suo primo campionato. Vincendo un numero sempre maggiore di competizioni, dimostrò il suo notevole talento per le corse. A 12 anni si reca in Lussemburgo per ottenere la licenza di karting, dato che nel suo Paese natale, la Germania, l’età minima era di 14 anni. All’età di 20 anni, Michael firmò con la squadra di Formula 3, vincendo il titolo l’anno successivo e guadagnandosi la reputazione di uno da battere. Nel 1990 vinse il Campionato mondiale di Formula 3 per approdare l’anno successivo in Formula Uno.
Piloti go kart precoci, Vettel
Quando Sebastian Vettel aveva 11 anni, il Red Bull Junior Team si accorse del suo talento, influendo – e non poco – sulla sua carriera. Tra i piloti go kart più precoci, il driver tedesco ha mostrato un amore naturale per le corse fin da giovane, sin da quando aveva tre anni. Merito anche del papà Norbert, falegname di professione e appassionato di kart nel suo tempo libero. Il piccolo Sebastian ha rapidamente acquisito padronanza della macchina, migliorando le sue prestazioni in brevissimo tempo, non accontentandosi mai dell’ultimo traguardo tanto da pensare sempre al successivo. La fonte di gioia del piccolo Seb divenne presto un punto focale della vita familiare dei Vettel. Una famiglia come tante, dove però uno dei più promettenti piloti go-kart al mondo si è trasformato in una macchina lui stesso. Grazie, soprattutto, al calore di due genitori e tre fratelli che l’hanno sempre sostenuto.
Verstappen, debutto a 17 anni
Un debutto straordinario, ad un’età straordinaria. A 17 anni Max Verstappen fa il suo debutto in un campionato di Formula 1. È un predestinato: suo padre è Jos Verstappen, ex pilota di F1. Potrebbe sembrare un punto di arrivo, ma è solo il punto di partenza – l’ennesimo – di chi ha iniziato a correre a 4 anni. Diventando uno dei piloti go-kart più noti in Belgio, prima di vincere numerosi campionati. La vittoria nella competizione olandese Minimax nel 2007, all’età di 10 anni, è il veicolo che lo trascina verso il successo. Colleziona trionfi, arrivando primo in categorie come KF e KZ, trionfando a WSK Euro Series KZ1 e WSK Master Series KZ2, nonché vincendo anche la Winter Cup KF2. La sua carriera nei go-kart è continuata fino al 2013, prima di passato alle gare in Formula 3. A ventisei anni, il pilota Red Bull ha già conquistato il titolo tre volte.
Senna, la leggenda
Quando si evoca il suo nome, si evoca il nome di una leggenda. Di un uomo, prima ancora che il campione, innamorato di ciò che faceva sin da bambino. Ayrton Senna viveva in Brasile con la sua famiglia. Suo padre però è diverso dagli altri, non gli mette in mano un pallone da calcio. Invece, costruisce per lui il suo primo go-kart utilizzando un tosaerba, e dandogli successivamente indicazioni per farlo funzionare. Con questo kart giocava con i suoi vicini di casa, sfrecciando fino a 60 km/h, prima di svoltare – per sempre – verso la carriera. Forse la più leggendaria di tutti. Ma la leggenda della F1 non dimenticò mai che, prima di essere campione, era stato uno tra i tanti piloti go-kart al mondo. Mondo a cui sarà sempre riconoscente, perché il go-kart per lui restava “l’esperienza di guida più pura”. Un’esperienza che gli ha permesso di vincere gare memorabili, di consegnarlo al cuore di tutti gli appassionati. Un motivo in più per essere eternamente grati al mondo del karting