Il Karting tra competizione e condivisione

Come nasce un kart? Prima di rispondere, teniamo a mente che questa piccola, grande vettura attira un numero crescente di appassionati. Il motivo è semplice: il karting accontenta coloro che amano la competizione e coloro che vogliono divertirsi. Non è necessario possedere un kart; si può affittarlo sulla pista più vicina, da soli o in compagnia. Optando magari per un circuito indoor o outdoor, a seconda delle stagioni e del proprio mood. Questa doppia possibilità è garanzia di continuità, sia per gli adulti che vogliono imparare sia per i più piccoli affascinati dai motori sin dall’infanzia. Del resto, il karting ha spianato la strada a tanti giovanissimi in seguito diventati piloti di Formula 1, capaci di grandi imprese e di scalare il ranking mondiale. Ma prima di sognare in grande stile, o prima di avventurarsi in una sessione, faremmo bene a ricordarci come nasce un kart.

La nascita del kart: il telaio

Il telaio del kart è un insieme di tubi d’acciaio saldati insieme: tutto parte da un macchinario che taglia tubi elastici e resistenti. Una volta piegati, l’assemblaggio continua con la saldatura, che segue due direzioni distinte:

  • Saldatura a mano. Diverse aziende propendono ancora per questa scelta, perché la presenza di un addetto altamente specializzato assicura la correzione di eventuali difetti. Non trattandosi di un processo automatizzato, eventuali interruzioni di corrente non influiscono sulla costanza nella qualità.
  • Saldatura computerizzata. Sono sempre più i robot addetti alla saldatura, incaricati di ottemperare ai requisiti di qualità e sicurezza. I robot sono generalmente operativi h 24, grazie a una doppia posizione. La prima consente di caricare il telaio mentre l’altra è dedicata alla saldatura vera e propria.

A prescindere dalla modalità scelta, potremmo definire la scocca – risultato dei processi di saldatura – il punto di partenza. Il telaio è la base portante del kart. Dev’essere deformabile e adattarsi alle tipologie di pneumatici utilizzati in base al tracciato. Se scegliete gomme di mescola media e dura, ricordate che un telaio con tubolari dal diametro maggiore farà al caso vostro. I tubolari più piccoli sono ideali invece per gomme morbide che hanno più grip.

Verniciatura e accessori

Per capire come nasce un kart e seguirlo nella sua evoluzione dopo l’assemblaggio, è fondamentale soffermarsi sulla verniciatura del telaio. I sistemi più aggiornati prevedono l’utilizzo di polvere di poliestere, riscaldata in un forno che garantisce una verniciatura uniforme, di colore diverso. Essendo un procedimento delicato e che richiede massima precisione, il consiglio è di evitare mezzi o procedimenti fai-da-te per non incorrere in risultati deludenti. Essendo un veicolo a dimensioni ridotte, senza sospensioni e a potenza limitata, il kart presenta una componentistica davvero minimal. I “gusci” con i cuscinetti posteriori sono i primi accessori che vengono montati sulla scocca e rappresentano un passaggio essenziale prima del montaggio dei freni. I freni variano in base alla tipologia del mezzo, laddove i kart a marce differiscono da quelli monomarcia perché a differenza di questi ultimi sono dotati di tre dischi. Mentre i kart monomarcia sono dotati di un solo freno posteriore.

Il motore a due, quattro tempi (e oltre)

Un kart è un veicolo che può funzionare sia a pedali che a motore. Il motore può essere a due tempi, a quattro tempi o modificabile in base delle esigenze. I motori modificati permettono di ottenere performance di livello, con mezzi che raggiugono i 100 km/h in tre secondi.  È bene evidenziare che l’età è uno dei fattori che più incide sull’approccio con il kart, di pari passo con la tipologia di motori e della cilindrata. In sintesi, abbiamo la possibilità di montare

  • un motore a due tempi, con cilindrata variabile tra i 50 cm cubici e i 125 cm cubici. La cilindrata minima è la scelta migliore per i ragazzini – specie tra i 6 e i 12 anni – perché in quella fascia di età è fondamentale acquisire le basi e una crescente confidenza con la pista.
  • un motore a quattro tempi a 150 o 250 cm cubici, dotato di una cilindrata più potente che assicura le migliori prestazioni a livello agonistico. Naturalmente i piloti con esperienza testano e guidano questi mezzi a tre marce in grado di superare agevolmente i centocinquanta km/h.

Scoprire come nasce un kart, specie per chi ne è in possesso, è importante tanto quanto le regole per la manutenzione del motore. Il cambio dell’olio regolare non è l’unica condizione per accedere alle migliori prestazioni in pista. È altamente consigliato monitorare

  • la pulizia delle candele e procedere alla sostituzione di una candela sporca e danneggiata
  • la pulizia e l’eventuale sostituzione del filtro d’aria, perché uno sporco causa prestazioni ridotte e guasti al motore.
  • Pulizia e lubrificazione della catena.
  • la pressione degli pneumatici, che va mantenuta ai livelli raccomandati dal produttore. Una pressione degli pneumatici errata può causare problemi di maneggevolezza e ridurre le prestazioni del motore
  • l’avvenuto rodaggio secondo le istruzioni del costruttore subito dopo l’installazione del motore.

In caso di mancato utilizzo o prolungato inutilizzo, il consiglio è di rimuovere la candela e spruzzare un po’ di olio all’interno del cilindro per evitare la ruggine. È inoltre opportuno tenere il motore in un luogo asciutto e al riparo dalle intemperie. Questi e altri consigli allungheranno la vita del mezzo, un aspetto non secondario per proprietari e per i costruttori. E per i tanti che dopo aver capito come nasce un kart intuiranno anche i tanti perché.

sedile-GREYHOUND