Il mondo del karting è apertura, accoglienza. I veri appassionati sanno che vale per tutti, indipendentemente da provenienza, età o genere. Malgrado la premessa resiste il pregiudizio che definisce l’universo dei motori come pianeta riservato esclusivamente agli uomini, con le donne come contorno. Niente di più sbagliato, e per fortuna, esistono esempi che lo smentiscono. Come quello che viene da molto lontano. Già negli anni Sessanta l’Australia ha aperto le porte del karting alle donne. Una limatura, non certo una svolta, all’interno della triade sport, motori e gender gap, ma comunque un esempio valido ancora oggi. Ma Perché si vada avanti è necessario stabilire dei criteri. In primis, L’approccio deve strategico e trasversale. Vale a dire, che è importante educare e coinvolgere le donne senza però metterle in contrapposizione agli uomini. In secondo luogo, è fondamentale che questo coinvolgimento sia on e off track. Dentro e fuori la pista.
Mondo del karting e divario di genere
Perché il mondo del karting sia un modello per tutti gli sport dove il gender gap rappresenta ancora una barriera culturale, è fondamentale coinvolgere più donne a livello decisionale. La pratica agonistica conta, ma non è tutto: una maggiore presenza delle donne nelle commissioni e negli organismi dirigenziali è essenziale. Una tappa obbligatoria, destinata a
- Rafforzare il ruolo centrale delle ragazze nel karting.
- Evidenziare che le donne possono far parte di questo mondo come concorrenti, ufficiali di gara, amministratori, membri di comitato, meccanici.
- Garantire che ci siano reali opportunità per tutte le appassionate sia nel karting sia in altri sport
- Promuovere la loro preparazione e agevolare la loro partecipazione nelle competizioni e a tutti i livelli
Senza dimenticare che si dovrebbe sostenere la partecipazione delle donne anche attraverso un’attività di scouting. Per identificare i nuovi, giovani talenti del futuro.
Un nuovo significato alla guida
Negli ultimi cinque anni, il mondo del karting cerca di dare credito a quel cambio di mentalità che possa mettere fine alla stereotipizzazione di genere. Il merito, naturalmente, spetta alle donne che, pur di mettere alla prova le proprie passioni, sono disposte a salire su un go-kart per rompere le barriere. Gareggiando su pista, ciascuna di loro, dà un nuovo significato alle gare nei circuiti. È il caso di Maya Weug, che nel 2021 è diventata la prima donna pilota a entrare nell’Accademia Ferrari. Weug, il cui sogno d’infanzia è sempre stato quello di avventurarsi nel mondo dei kart, ha potuto partecipare ai campionati di F4 grazie alle abilità mostrate durante le competizioni. Al di là dei trionfi personali, il suo risultato incoraggia le giovani ragazze a sognare oltre i limiti convenzionali. Come altre due donne, Marta Garcia Lopez e Tatiana Calderon Noguera, che hanno cominciato con i kart.
Vecchie, nuove barriere
Pilota giovane e attualmente impegnata nel Campionato FIA di Formula 3 europea regionale del 2024, la pilota ventiquattrenne spagnola Marta Garcia Lopez può già vantare dei titoli nell’arco della sua carriera. Specie quello di campionessa del primo campionato di F1 academy nel 2023. Come molte altre – compresi i colleghi uomini – anche lei ha iniziato la sua carriera con il go-kart. Grazie al successo del suo passaggio alle corse in monoposto, García López ha dimostrato il potenziale delle donne e la loro versatilità nell’ambito dell’automobilismo, ispirando altre donne pilota di tutto il mondo. Di origine colombiana, Tatiana Noguera è la prima donna ad aver vinto campionati di go-kart sia in Colombia che negli Stati Uniti. Dopo l’inizio nel mondo del karting, è salita a bordo di altre auto da corsa partecipando ai campionati Star Mazda. Noguera è stata la prima donna a salire sul podio del campionato britannico di Formula 2000.
Mondo del karting femminile, i trionfi italiani
A quarantotto anni Rosanna Marziano è riuscita a vincere Le Sodi World series nel 2020, campionato di karting rental. Ha avuto la meglio su molti colleghi uomini, e questo le ha permesso di raggiungere la finalissima del mondiale. A dimostrazione che impegno, passione e allenamenti fisici danno i loro frutti a qualsiasi età e in qualsiasi luogo. Premiando una donna di provincia, madre e moglie, che tra impegni professionali e lavorativi ha trovato il tempo di allenarsi nel circuito di Albenga. Sempre tenendo a mente l’obiettivo di abbattere le barriere di genere nel mondo del karting. Tutto questo, sessant’anni dopo l’impresa della più grande donna pilota italiana nel karting: Susanna Raganelli, classe 1946. A vent’anni, nel 1966, riuscì a trionfare nella categoria 100cc davanti allo svedese Leif Engstrom sul circuito danese di Amager. Prima e unica donna. Italiana, pioniera e al tempo stesso musa per le donne che verranno.